mercoledì 13 febbraio 2008

RIFIUTI: piccolo dizionario per capire meglio..



INCENERITORE: impianto dove vengono smaltiti i rifiuti attraverso un processo di combustione ad alta temperatura. Prodotti finali del processo sono gas e ceneri destinate alla discarica.

TERMOVALORIZZATORE: impianto più moderno dell'inceneritore, dove il calore sviluppato durante la combustione dei rifiuti viene recuperato per produrre vapore, poi utilizzato per la produzione di energia elettrica o di acqua calda per riscaldamento. Il rendimento di questi impianti è minore rispetto a quello delle normali centrali elettriche e quindi talvolta, insieme ai rifiuti, viene bruciato anche del gas metano.

GASSIFICATORI E IMPIANTI DI PIROLISI: impianti in cui i rifiuti vengono decomposti termochimicamente mediante la introduzione di oziato (pirolizzatori) e ossigeno (gassificatori) ad alta temperatura. Prodotti finali del processo sono un gas combustibile (syngas) e scorie solide destinate alla discarica.

RIFIUTI TAL QUALI: sono i rifiuti non selezionati, attualmente smaltiti in discarica, che senza un preventivo trattamento di selezione non dovrebbero mai essere confezionati in ecoballe, perché hanno scarso potere calorico e possono contenere agenti inquinanti.

CDR (COMBUSTIBILE DERIVATO DA RIFIUTI): combustibile solido ottenuto dal trattamento dei rifiuti solidi urbani selezionati e triturati.

SELEZIONE DEL CDR: processo per eliminare i materiali non combustibili (vetro, metalli, inerti), la frazione umida (la materia organica come gli scarti alimentari e agricoli) e le sostanze pericolose ai fini della combustione, come alcuni tipi di poli mero e i materiali potenzialmente esplosivi.

RESIDUO SECCO COMBUSTIBILE: è la parte di rifiuto adatta alla combustione che viene confezionata in ecoballa. Contiene anche plastiche che, essendo derivate del petrolio, hanno un buon rendimento energetico. Nella produzione delle ecoballe la legge permette, per non più del 50 per cento in peso, l'utilizzo di alcuni rifiuti riciclabili, come le plastiche non clorurate, i poliaccoppiati plastici (come gli imballaggi composti da plastica e alluminio, oppure plastica, alluminio e carta), le gomme sintetiche non clorurate, le resine e le fibre sintetiche. L'importante è che siano tutti materiali privi di cloro perché, durante la combustione, il cloro provoca diossina, una sostanza cancerogena.

FRAZIONE SECCA: la parte non adatta alla combustione e non recuperabile in altro modo è destinata alla discarica.

FRAZIONE UMIDA: dagli avanzi organici, selezionati, si può produrre il composto che è un fertilizzante naturale.

SCORIE E CENERI: le componenti dei rifiuti non bruciate vengono raccolte, raffreddate, selezionate e smaltite in discariche speciali.
Le ceneri e le polveri intercettate dall'impianto di depurazione dei fumi sono classificate come rifiuti altamente tossici e vanno conferite in discariche speciali.

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